Una nuova frontiera: monetizzare le app AI con pubblicità contestuali dentro le chat — perché l’ad-tech tradizionale è fuori gioco.
Il nuovo capitolo della monetizzazione nelle app AI
Nel mondo delle app AI, un dilemma stringe sempre più forte: come monetizzare senza spaventare l’utenza? La startup Koah ha azzardato una risposta decisa — e ne vale la pena seguirne la traiettoria. Il 7 settembre 2025, TechCrunch ha annunciato che Koah ha raccolto 5 milioni di dollari in finanziamenti seed per integrare la pubblicità direttamente all’interno delle applicazioni conversazionali AI (chatbot).
L’essenza del modello Koah: ads senza fastidio
Koah non ha in mira ChatGPT o le grandi piattaforme AI: il suo obiettivo è la “long tail” delle app costruite sopra i modelli AI, specialmente quelle orientate a mercati internazionali dove l’abbonamento mensile da 20 USD non funziona. Come spiega il CEO Nic Baird:
“Una volta che queste cose escono da San Francisco, c’è un solo modo per renderle [redditizie] su scala globale […] È successo più e più volte.”
In sostanza, se in Nord America esistono utenti “prosumer” disposti a pagare, in altre aree geografiche no — ma i costi di inferenza restano. E qui entra in gioco Koah.
Pubblicità contestuali nelle chat: quanto funziona?
Koah ha già sperimentato la sua soluzione in alcune app AI: l’assistente Luzia, la piattaforma per genitori Heal, lo strumento di ricerca studentesca Liner, e DeepAI, una piattaforma creativa. Gli annunci, contrassegnati come “sponsorizzati”, si inseriscono nei momenti più pertinenti delle conversazioni — ad esempio, se chiedi consigli su strategie startup, potresti incappare in un annuncio di UpWork che propone freelance collaboratori.
I risultati preliminari sono incoraggianti:
- Tasso di click-through (CTR) del 7,5 %, ovvero 4–5 volte più efficace rispetto ad Admob o AppLovin nella stessa tipologia di contesti;
- Alcuni partner hanno guadagnato 10.000 USD nel loro primo mese attraverso la piattaforma;
- E non solo: l’impatto sull’engagement è minimo, anzi, l’obiettivo di Koah è che le pubblicità diventino parte del valore dell’esperienza utente, invece che distruggerla.
Monetizzazione AI: una sfida per tutti
Il round seed da 5 milioni è stato guidato da Forerunner, con la partecipazione di South Park Commons e dell’ex-cofondatore di AppLovin, Andrew Karam. Nicole Johnson di Forerunner ha sintetizzato bene la sfida:
“Diversi modelli di entrate nelle app AI consumer sono inevitabili e, se i decenni passati dei servizi internet possono insegnarci qualcosa, la pubblicità giocherà un ruolo fondamentale.”
In altre parole, affermare che l’abbonamento sia l’unica via porta rapidamente a fatica e churn degli utenti — gli ads diventano inevitabili e parte integrante dell’ecosistema monetizzativo.
Il “Funnel” in AI chat: tra awareness e acquisto
Koah identifica la chat AI nel mezzo del funnel di acquisto, tra l’awareness generica (ad esempio, annunci su Instagram) e l’azione diretta (come la ricerca su Google).
Baird sottolinea:
“Le persone non effettuano transazioni tramite l’AI — semplicemente non lo fanno. Possono chiedere consigli a un chatbot… ma poi andranno su Google per comprare.”
Dunque, la sfida di Koah è catturare l’intento commerciale all’interno della conversazione, non con banner invadenti, ma con messaggi contestuali e rilevanti.
Il “Concerto degli attori”: chi c’è dietro Koah?
- CEO Nic Baird: cofondatore e frontman della visione pubblicitario-AI;
- Investitori: Forerunner, South Park Commons, Andrew Karam (AppLovin);
- Advertiser partner già confermati: UpWork, General Medicine, Skillshare
Perché è importante? Implicazioni globali
- Nuova economia AI per i mercati emergenti: le app AI possono diventare sostenibili anche dove i modelli a pagamento falliscono.
- Esperienza UX intelligente: trasformare ads da irritanti a utili consigli contestuali.
- Modello replicabile: se altri sviluppatori seguiranno, l’ecosistema AI consumer potrà evolvere diversificando le entrate.
Un futuro fatto di… contesti
Il modello di Koah ci spinge a ripensare la pubblicità nelle app AI come utile, discreta, conversazionale. Se le app diventano ambienti conversazionali, è lì che l’advertising mostra il suo lato più potente: non interrompe, ma accompagna il flusso di pensiero.
Conclusione
Koah ha raccolto 5 milioni di dollari (7 settembre 2025) per lanciare un nuovo modello pubblicitario: Ads inseriti direttamente nelle chat delle app AI, contestuali e rilevanti, già funzionali in Luzia, Heal, Liner e DeepAI, con performance superiori rispetto all’adtech classico ed elevati guadagni per i partner.
In un panorama dove gli abbonamenti possono stancare e le app AI devono essere sostenibili, questo approccio potrebbe rappresentare il vero spartiacque. Le AI app si avviano a diventare “più umane”: conversazionali, utili, e sì—anche monetizzabili con intelligenza.