Airbuds: l’app che Apple e Spotify avrebbero voluto costruire

Scopri come Airbuds, la nuova app social per la musica, sta rivoluzionando il modo in cui ascolti, condividi e scopri brani – facendo ciò che né Apple né Spotify sono riuscite a fare.

Airbuds è l’app che tutti aspettavano. È l’app che Apple e Spotify avrebbero voluto costruire. Un social network musicale che non solo ti permette di ascoltare, ma di connetterti, comunicare, esprimerti, condividere e scoprire musica insieme ai tuoi amici, in modo fluido, naturale e divertente.

Airbuds prende l’app musicale tradizionale e la trasforma: non sei solo un ascoltatore, diventi parte di una community che vive la musica in condivisione. L’app integra le tue piattaforme preferite – Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, SoundCloud, Musi, e Audiomack – per mostrarti cosa stanno ascoltando i tuoi amici, reagire con emoji, sticker o selfie, e scoprire gusti simili. È come se l’app ascoltasse la tua playlist, ma anche la musica che suona nelle cuffie degli altri.

Lo sviluppo di Airbuds nasce da chi aveva già provato: i fondatori dell’app hanno sperimentato con prodotti musicali, speaker intelligenti, app social audio, e in ogni progetto hanno visto che la barriera principale non è la tecnologia, ma come far diventare l’ascolto una vera esperienza comune. Con widget visivi che mostrano in tempo reale cosa ascoltano gli amici, modalità ghost per mantenere privata la tua musica se vuoi, profili personalizzabili – o automaticamente generati – pieno coinvolgimento nelle interazioni tra utenti, Airbuds sta crescendo molto velocemente. Quindi, anche se Apple ha fatto tentativi (come Ping e Connect) e Spotify ha introdotto elementi sociali, nessuno ha ancora raggiunto la coesione che Airbuds sta costruendo.

In termini numerici, Airbuds ha già superato 15 milioni di download, con 5 milioni di utenti attivi al mese e 1,5 milioni che la aprono ogni giorno. Il feedback è altamente positivo: il sentiment delle recensioni è al 96% sui feedback recenti. Questo indica che l’app non è solo curiosità, ma utilizzo regolare. La componente giovanile è centrale: liceali e universitari costituiscono la maggioranza degli utenti, e l’app sta iniziando ad avere trazione anche in Regno Unito, Brasile, Messico e Australia.

Come funziona concretamente l’app? Una volta connessi i tuoi account di streaming, ogni volta che ascolti qualcosa, il widget (per esempio su iPhone) mostra in tempo reale ai tuoi amici cosa stai ascoltando. Puoi interagire con quello che ascoltano gli altri: reagire con emoji, inviare sticker, usare selfie, messaggiare dentro l’app, scoprire chi ha gusti simili, ottenere il tuo riepilogo settimanale (“Weekly Recap”) che mostra cosa hai ascoltato, quali sono stati i brani e gli artisti più importanti per te. Se vuoi, puoi disattivare la condivisione e andare in “modalità fantasma”.

Un elemento interessante: il livello di auto-espressione. Airbuds permette di personalizzare il profilo, chiamato “Space”, con canzoni preferite, testi, immagini, artisti, album e altro. Per molti utenti tutto questo diventa fondamentale: con la musica non condividi solo un brano, ma una parte di te. Circa il 30% degli utenti usa queste funzioni oltre al semplice “vedere cosa ascoltano gli amici”.

Apple e Spotify hanno tentato di integrare elementi social nella musica, ma non hanno ancora centrato l’obiettivo in modo convincente. Apple con Ping nel passato, poi con Connect, ha provato ad avvicinarsi al concetto ma con risultati insoddisfacenti. Spotify ha aggiunto feed simili a quelli di TikTok, storie di artisti, sondaggi, collaborazioni, messaggi, commenti… ma manca quella fluidità sociale che rende l’esperienza davvero coinvolgente. Airbuds invece sembra aver trovato la formula giusta.

Grazie agli investimenti – Airbuds ha appena raccolto 5 milioni di dollari da Seven Seven Six (funding guidato da Alexis Ohanian) – e ad altri investitori come a16z, SV Angel e altri, l’app ha già raccolto circa 10 milioni complessivi e sta pianificando nuove funzionalità. Per esempio la estensione a più servizi di streaming, strumenti per il collegamento diretto artista-fan, e funzioni pensate per utenti più maturi. Si sta anche pensando a un modello in abbonamento.

Mentre alcuni aspetti non sono ancora pienamente definiti: per esempio alcune funzionalità sono sbloccabili solo invitando amici. Serve infatti una base sociale reale perché l’app funzioni bene: non basta vedere cosa ascoltano gli altri, bisogna avere amici dentro l’app.

Ma è proprio questo che dà la forza a Airbuds: non è un archivio musicale, non è solo streaming, è un ambiente vivo dove musica, amicizia e identità digitale si intrecciano.

In conclusione, Airbuds non è solo un’altra app musicale. È una app sociale musicale. È l’app che Apple e Spotify avrebbero voluto costruire ma che probabilmente non sono riusciti a concepire pienamente. Se stai cercando un modo nuovo per scoprire musica, esprimere chi sei, restare connesso con gli amici attraverso le canzoni che amate, Airbuds promette di essere quel ponte. Il futuro della musica è sociale, e Airbuds è già lì.

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